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Intervista a vasco rossi



Vasco Rossi si confessa a Massimo Coppola di Rolling Stones.

 




V: Io ero programmato per morire giovane, come ogni rockstar che si rispetti. Al massimo a 35 anni. Io facevo solo quello: scrivevo canzoni e facevo concerti. Tutto quello che stava intorno non mi interessava. Ed ero pronto a morire sull’altare del rock’n’roll. Poi mi son ritrovato vivo. Ed è stata durissima. Sarei curioso di vedere Kurt Cobain cosa avrebbe fatto se fosse rimasto vivo.

M: Beh sì, meglio rimanere vivi.

Ma, insomma, è uguale. Non è tanto importante quanto vivi, ma come. Io spingevo molto sull’acceleratore. Non dormivo mai. Io ho vissuto il doppio di vita. Bruciavo la candela da tutte e due le parti. Una notte mi sono addormentato mentre guidavo e sono finito dritto contro un albero. Incidente spaventoso e io non mi sono fatto niente.

Cazzo, potevi addormentarti sul divano.

Si vede che io non dovevo morire giovane.

Sei tipo un supereroe, di quelli che cadono da cento metri e rimbalzano come Wile E. Coyote, vivi e vegeti.

O forse ho fatto un patto col diavolo.

Mmm. Il diavolo l’ha fatto con te, forse. Comunque non sei morto e sei diventato un’istituzione. Come vivi questo fatto? Cioè, c’è il papa e poi c’è Vasco. Anche chi non ti sopporta, ti conosce.

È vero, sì. È così. Mi son ritrovato ancora vivo, non so nemmeno come. E allora, dopo la vita spericolata, mi son trovato lì a cercare di capire che cazzo fare. Ho passato due anni a non riuscire a scrivere canzoni. Poi, come un miracolo, in una notte ho scritto una decina di canzoni – Lunedì, Domenica lunatica… Mi son messo a giocare e scherzare e sono uscite le canzoni nuove. Ho dovuto ritrovare la voglia di scrivere per gioco. Io scrivo le canzoni per gioco, faccio i dischi per scherzo, poi salgo sul palco e faccio sul serio.

Questa me la segno. Ma come hai fatto a mantenere questa leggerezza, con tutto quello che hai passato. Io te la invidio. Se mi dici da dove arriva…

Devo prendermi poco sul serio.
[…]

Come dici in un pezzo del disco: “Ho solo qualche multa da pagare, qualche pastiglia e qualche rospo da ingoiare…” ( da Sono innocente, ndr). Non so chi possa pensare di non sottoscriverla, questa…

Ci si riconosce un po’ tutti per forza. Siamo molto più simili di quanto crediamo. Noi ci differenziamo per via della coscienza, ma l’inconscio, quello è uguale per tutti.

È a queste cose che pensi mentre ti alleni prima dei concerti, qua, nell'oasi di Vasco.

Il concerto sarà una bomba e quindi devo allenarmi. Io sono un professionista, sai.

A vent'anni mica ti allenavi però.

Ma va, ero sicuro che sarei morto giovane, te l’ho detto. Poi invece son rimasto vivo e mi tocca correre. Io odio correre. È un sacrificio enorme. Ma lo faccio, perché poi sul palco devo spaccare tutto.
[…]

Sì, poi ci sono i pezzi che stanno in mezzo, tipo Siamo solo noi e Vita spericolata, che sono queli che mi piacciono di più…

Sì, quelli sono perfettamente in mezzo.

Siamo solo noi… Quel “noi” ha voluto dire tantissimo per tanta gente.

Sì, quando l’ho scritta me ne sono accorto subito.

Ora hai fatto un disco che ha robe quasi heavy metal. Un po’ rischioso, anche.

Ma sì, io gioco e mi metto in gioco. Fin dall’inizio ho provato a fare rock, poi col tempo mi sono indurito.
[…]





Torniamo un attimo sul disco. C’è questo verso: “Cazzo, che attacco di panico alla mattina così presto… l’importante è che non se ne accorga la gente…” (daDuro incontro, ndr). Potrei metterci la firma.

Ah, vabbé, allora sei uno di noi. Sembravi così serio…

Ecco appunto. Sembravo.

Quindi anche tu hai questi duri incontri con te stesso la mattina.

E non ho nemmeno scritto Albachiara, capisci? Il punto in cui mi riconosco è soprattutto quello sull'importanza che non se ne accorga la gente. È una cosa di cui dobbiamo tutti liberarci. Comunque, quello che penso è che tu esci dalla lotta con te stesso solo quando sei sul palco. Lì ti riunisci e non c’è più Vasco contro Vasco.

Sì. Quando comincia la musica poi tutto torna. Non so spiegarti, non so cosa succede, ma tutto torna. È un viaggio, butto fuori tutto, anche le paure e le debolezze. Quando cominci a condividere le tue paure e scopri che c’è un altro che ha la stessa paura, allora stai meglio. Stai veramente male, quando pensi di averla solo tu.
[…]

Eccoci qua. E adesso? Com’è la tua vita quotidiana? Quando è stata l’ultima volta che hai fatto una lavatrice? Così, per tornare ad argomenti terreni.

Ah ah ah. No, no. Mai. Mai una volta. Non sono capace.
[…]

Ipse dixit! Avanti tutta, allora.

Certo. È ovvio che la mia non è mica una famiglia normale.

E invece io penso che la tua sia una famiglia più normale di quelle perbeniste e ipocrite, no?

Ah forse sì. Mio figlio va a scuola tutti i giorni! Ci ho scritto delle canzoni su queste cose qui.

E comunque sei riuscito nell'impresa di non diventare saggio, di evitare la quasi inevitabile deriva da moralista rompicoglioni…

Ecco, questo mi piace. Non so come ho fatto. Si vede che non lo sono di natura.
[…]

Diciamo che, se mi piacesse una chiesa, sarebbe la chiesa della musica.

Sì. E il concerto è un rito di Comunione e Liberazione. Ci vediamo a San Siro.

Amen.


Autore: Massimo Coppola, Rolling Stones



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